GIFTED CHILDREN: CHI SONO E COME LA SCUOLA PUÒ AIUTARLI?

Gifted Children

“Ognuno è un genio. Ma se si giudica un pesce dalla sua abilità di arrampicarsi sugli alberi lui passerà tutta la sua vita a credersi stupido” Albert Einstein

LI CHIAMANO GIFTED CHILDREN: BAMBINI CON DOTI SUPERIORI ALLA NORMA. CHI SONO E COME PUÒ, LA SCUOLA, OFFRIRE UNA DIDATTICA INCLUSIVA?

Cosa vi viene in mente quando sentite il termine “plusdotazione”? Vi immaginate dei piccoli Einstein o subentra il ricordo di quel compagno di classe, un po’ introverso, ma con voti eccellenti?

Prima di addentrarmi nell’argomento di questo articolo, vorrei cogliere l’occasione per fare chiarezza sulle conoscenze e sull’uso, non sempre corretto, che si fa del concetto di “intelligenza”. Uno dei limiti che frequentemente riscontro nel mio lavoro è la difficoltà nel comprendere le problematiche comportamentali ed emotive di bambini e ragazzi, in presenza di un QI elevato.

Ciò avviene perché è culturalmente condiviso il pensiero che un individuo cognitivamente dotato sia anche in grado di gestire gli aspetti emotivi e relazionali.

A testimonianza dell’inesattezza di questa ideologia ci sono i casi di Disturbo da Deficit d’Attenzione e Iperattività o le forme di autismo ad alto funzionamento come la Sindrome di Asperger, dove a fronte di significative fragilità sul piano emotivo e comportamentale, possiamo trovare QI eccezionalmente elevati.

Esiste un valore unico che possa darci un’idea di ciò di cui un individuo è capace o di cosa possiamo aspettarci da lui?

No, l’essere umano è caratterizzato da tante aree di competenza, l’intelligenza cognitiva è solo una di queste e non determina il successo scolastico, professionale o relazionale.

Accanto ad essa, infatti, bisogna riconoscere l’importanza dell’intelligenza emotiva, intesa come la capacità di percepire, riconoscere e regolare i nostri stati emotivi, e l’intelligenza sociale, ossia la capacità di relazionarsi con gli altri in maniera efficiente, costruttiva e socialmente compatibile.

Di quali competenze deve essere dotato un bambino per poter essere definito “plus”?

Le linee guida per la Valutazione della Plusdotazione in Età Evolutiva, ritengono che la componente del QI elevato (>130), sia una condizione necessaria ma non sufficiente e sottolineano che l’intelligenza di un bambino plusdotato non è solo maggiore in alcuni ambiti rispetto ad altri, ma è qualitativamente diversa (Lubart & Zenasni, 2010).

Oltre al QI, alcuni autori hanno cercato di identificare altre caratteristiche indicative di psludotazione come: alte competenze nell’area linguistica, processi di ragionamento avanzati, memoria eccellente, molti interessi e forte curiosità, forte empatia, tendenza alla leadership e capacità di elaborazione visiva elevate (Song & Porath, 2005).

Joseph Renzulli, uno dei maggiori esperti mondiali nell’ambito della plusdotazione, sostiene che questa sia formata da tre caratteristiche: alta abilità cognitiva, spiccata creatività e determinazione.

In ultimo, secondo la National Association for Gifted Children – NAGC, sono plusdotati gli individui che dimostrano eccezionali livelli di abilità (intesa come capacità e velocità di ragionare e apprendere) o competenze in uno o più domini. I domini includono qualsiasi area o attività con una padronanza e specificità nell’utilizzo del sistema dei simboli (ad esempio la matematica, la musica, il linguaggio) e/o un insieme di competenze sensomotorie (ad esempio la pittura, la danza, lo sport) e relazionali.

Qualità della vita e proposte didattiche per i Gifted Children.

Se è vero che i bambini plusdotati vanno bene a scuola, è altrettanto vero che un numero crescente di questi studenti, frustrati dai processi noiosi e ripetitivi tipici di molte scuole, perdono interesse, si ritirano dall’ambiente d’apprendimento e possono dedicarsi a comportamenti rischiosi.

La possibilità per un bambino con elevato potenziale di sviluppare le sue capacità, dipende molto dalle opportunità che il contesto familiare ed educativo creano affinché tale potenziale si sviluppi. Con questa logica di ragionamento, il bambino plusdotato dovrebbe godere di un piano didattico personalizzato che gli permetta di sviluppare il suo potenziale ed evitare l’insorgere di demotivazione o perdita d’interesse per le attività.

L’offerta formativa dovrebbe essere qualitativamente differenziata a partire dalla possibilità di affiancarli a personale specifico, dal riconoscere la variabilità esistente tra questi ragazzi, nell’aiutarli a sviluppare meccanismi per far fronte, sia intellettualmente che emotivamente, alle sfide della vita.

Una proposta didattica che sia in grado di soddisfare quanto richiesto, dovrebbe basarsi sui seguenti principi:

  • impostare attività con elevate esigenze di memoria di lavoro, ad es. compiti a più componenti;
  • ridurre la quantità di piccoli compiti, ad es. esercizi matematici ripetitivi;
  • proporre test impegnativi per valutare le conoscenze precedenti;
  • progettare valutazioni con le tassonomie di ordine superiore di Bloom (analisi e sintesi);
  • usare materiali d’apprendimento per età superiori a quella anagrafica;
  • raggruppare i bambini (plus)dotati con altri bambini (plus)dotati, indipendentemente dall’età;
  • impiegare mentori specialistici in varie materie, ad esempio professionisti in pensione;
  • afferire lezioni su argomenti che vanno oltre il curricolo regolare.

Strategie educative come l’accellerazione, la differenziazione e il raggruppamento possono aiutare a soddisfare i bisogni dei bambini plsudotati e migliorare in conseguenza anche gli aspetti emotivi e comportamentali.

Negli ultimi anni anche la legislatura italiana ha iniziato a mostrare attenzione verso le persone plusdotate, riconoscendole come aventi diritto ad un Piano Educativo Personalizzato, ai sensi della Direttiva Ministeriale sugli alunni con BES.

Ciò su cui occorre continuare a lavorare è la formazione dei docenti, che nella cornice della scuola inclusiva devono essere preparati per costruire azioni didattiche utili a rispondere realmente alle differenze di funzionamento degli alunni. Secondo le Linee Guida del MIUR la presenza di studenti plusdotati corrisponde al 5%, si tratta quindi di almeno 1-2 studenti per classe che vivono una condizione di disagio e aspettano risposte adeguate.

Se vuoi richiedere una consulenza o approfondire l’argomento, fissa un appuntamento con la dott.ssa Elisabetta Boschini tramite e-mail a centrolatrottola@gmail.com oppure telefonando al 3312212505.

Bibliografia:

Linee Guida per la Valutazione della Plusdotazione in Età Evolutiva – CNOP 2008
Olivieri D., Modelli di plusdotazione e sviluppo dei talenti: i gifted children Formazione e Insegnamento XVI – 2- 2018.

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