LA NUTRIZIONE NELLE INTOLLERANZE E/O ALLERGIE ALIMENTARI
Le reazioni avverse agli alimenti sono in netto aumento nel mondo occidentale e le cause sono di natura diversa.
La classificazione a cui oggi ci si riferisce risale al 1993 ed è quella della Società Statunitense di Allergologia che prevede:
- allergie propriamente dette (reazione immediata)
- pseudoallergie (deficit enzimatici: galattosemia, favismo)
- ipersensibilità (liberazione di istamina da cioccolata, vino rosso…)
- reazioni tossiche (avvelenamenti: botulismo, funghi…)
- intolleranze (reazione cronica: l’eliminazione dell’alimento causa la scomparsa del sintomo.
Le intolleranze alimentari o allergie croniche, presentano caratteristiche diverse da quelle delle allergie propriamente dette: le allergie sono reazioni immediate, talvolta violente, mediate dalle immoglobuline IgE e dalla liberazione di istamina. La reazione è acuta e dipende dalla dose di alimento ingerito: è specifica per un solo alimento e un solo organo bersaglio (crea ad es. asma, eritema, orticaria, angioedema…). Le intolleranze alimentari non sono IgE mediate, e rappresentano una sensibilità che non dipende dalla dose dell’alimento; essa prevede la cross-reazione fra cibi appartenenti alla stessa famiglia. La reazione è ritardata e insorge fino a 72 h dopo l’assunzione. L’intolleranza è un bicchiere che si riempie piano piano, avremo la sintomatologia solo quando l’acqua uscirà dal bicchiere. Ma per riempire quel bicchiere potrei metterci 1 mese, una settimana o un giorno il tutto dipende dalla frequenza di assunzione dello stesso.
Purtroppo ad oggi non esistono test che la comunità scientifica ha ritenuto validi (un test è ritenuto tale se distingue con accuratezza i soggetti malati da quelli sani) per la diagnosi delle intolleranze. L’unica eccezione è il breath test, o test del respiro, per valutare l’intolleranza al lattosio.
Il miglior metodo di diagnosi rimane, ad oggi, il diario alimentare.