“Che lavoro fai?” Il Neuropsicomotricista!

Neuropsicomotricista

Ci capita spesso di fare conoscenza con qualcuno di nuovo, dopotutto la nostra vita è fatta di tante persone e di tanti incontri. Nel momento in cui ci si conosce, una tra le prime domande che ci si fa è:

“Che lavoro fai?” C’è chi risponde Ingegnere, medico, architetto, infermiera, casalinga e poi ci sono io: Terapista della Neuro e Psicomotricità dell’Età Evolutiva, o “semplicemente” Neuropsicomotricista.

Le reazioni il più delle volte sono facce stranite, sorrisi curiosi, sguardi perplessi che portano, automaticamente, ad un’altra domanda “Precisamente di che cosa ti occupi?”

Vediamolo assieme.

Il neuropsicomotricista chi è?

Il neuropsicomostricista è un terapista che lavora sia in ambito sanitario-riabilitativo con bambini che presentano difficoltà o disabilità, sia in ambito educativo-preventivo in collaborazione con asili nido, scuole dell’infanzia e scuole primarie.

La definizione tecnica la possiamo trovare nel Decreto Ministeriale Sanità del 17 Gennaio 1997, N. 56:

“Il terapista della neuro e psicomotricità dell’età evolutiva è l’operatore sanitario che, in possesso del diploma universitario abilitante, svolge, in collaborazione con l’équipe multi professionale di neuropsichiatria infantile e in collaborazione con le altre discipline dell’area pediatrica, gli interventi di prevenzione, terapia e riabilitazione delle malattie neuropsichiatriche infantili, nelle aree della neuropsicomotricità, della neuropsicologia e della psicopatologia dello sviluppo (…)”.

La professione del Neuropsicomotricista è molto particolare per due principali motivi:

  • E’ nuova; nasce come corso di laurea per la prima volta nel 2004.
  • Il neuropscimotricista è una figura professionale esclusivamente italiana, nei paesi esteri non è presente.

Il Neuropsicomotricista che cosa fa?

Il Neuropsicomotricista è un professionista sanitario rivolto in modo esclusivo all’età evolutiva, nella fascia 0-18 anni. E Può svolgere due tipi di intervento:
⦁ riabilitativo specifico, rivolto non tanto ai deficit, ma all’integrazione delle competenze emergenti, incluse quelle atipiche, al potenziamento delle capacità e alla valorizzazione delle potenzialità del singolo bambino.
⦁ educativo/preventivo, rivolto a qualsiasi bambino, a prescindere dalla presenza di difficoltà o disabilità, poiché è attraverso il movimento ed il proprio corpo che il bambino può conoscersi e crescere nella sua globalità, integrando affetti, relazioni, comportamenti e capacità cognitive.

Il Neuropsicomotricista è quel professionista che valuta il livello di sviluppo del bambino, osservando attentamente tutte quelle aree che descrivono il suo funzionamento: come esplora e interagisce con l’ambiente, in che modo si rapporta e comunica con gli altri, quali giochi predilige e quali sono le sue modalità di gioco, quali competenze ha acquisito e in che modo vengono utilizzate.

Queste e molte altre aree di osservazione vengono valutate all’interno di quelle che sono conosciute come le aree di sviluppo: motricità globale e fine, affettivo-relazionale, ludica, comunicativo-linguistica, cognitiva, comportamentale.

Quella del Neuropsicomotricista è una figura molto particolare perché ha una visione totalmente unica del bambino che viene considerato non in modo settoriale, ma nel suo insieme.
Tutte le aree sopracitate infatti sono interconnesse e interdipendenti tra di loro, ogni area è influenzata ed influenza tutte le altre lungo tutto il corso dello sviluppo.

Il bambino è visto quindi come un  essere di globalità, che può manifestare e realizzare se stesso attraverso la pienezza della propria azione (il gioco!) nel mondo.

Il gioco è il modo più facile per poter “lavorare” con un bambino, facendo in modo che lui si diverta e impari divertendosi, perché un bambino contento è un bambino che gioca e un bambino che gioca è un bambino che impara, e tanto anche!

Giocare è una cosa seria! E’ una considerazione che può lasciare un po’ perplessi, ma proviamo a pensarci per un momento.
In che modo il bambino cresce?
In che modo il bambino apprende nuove competenze e consolida quelle già acquisite?
In che modo impara a comprendere ciò che lo circonda e ad affrontare le difficoltà a cui può andare incontro?

Muovendo il proprio corpo nello spazio, rapportandosi con gli altri, esplorando la sua autonomia. E tutto questo fa parte del gioco.

Il gioco è l’attività più stimolante e divertente per un bambino e noi Neuropsicomotristi lo consideriamo fondamentale!
Infatti all’interno del nostro setting le attività ludiche che proponiamo sono fase-specifiche.

Cosa significa?

Significa che le nostre proposte sono modulate in base alle competenze e alle esigenze di ciascun bambino, di modo che risultino personalmente calibrate, motivanti e che permettano al bambino di svolgere un lavoro specifico: non possono essere troppo semplici, devono trasformarsi in una sfida, ma non possono essere neanche troppo difficili altrimenti rischiano di diventare demoralizzanti.

Il Neuropsicomotricista come struttura il suo lavoro?

Il percorso di lavoro ha una struttura ben definita e le variabili che entrano in gioco in ciascun caso sono molteplici, bisogna far dialogare, e dialogare, con il bambino, con il contesto familiare e con quello sociale.

Il percorso neuropsicomotorio si struttura nel modo seguente:
⦁ La valutazione iniziale: gli incontri di valutazione generalmente sono cinque. Il primo solo con i genitori per raccogliere tutti i dati necessari e per spiegare il tipo di lavoro che verrà fatto. Tre incontri centrali sono rivolti alla valutazione con il bambino. L’ultimo incontro solo con i genitori per consegnare la relazione e condivisione degli obiettivi di lavoro identificati.
⦁ Il trattamento: dopo aver effettuato una valutazione e condiviso insieme ai genitori gli obiettivi di lavoro da raggiungere, iniziano gli incontri di lavoro a cadenza settimanale col bambino.
⦁ Il confronto con la scuola: poiché la presa in carico del bambino e della famiglia è globale, vengono contattate anche le realtà sociali in cui il bambino vive la sua quotidianità, per cui la scuola, le sue insegnanti ed eventuali altri contesti sociali, con i quali vengono condivisi gli obiettivi e le modalità di lavoro per strutturare un lavoro comune.
⦁ Rivalutazione e follow-up: generalmente ogni 6 mesi viene effettuata nuovamente una rivalutazione per verificare l’efficacia e l’andamento del trattamento e ritarare il percorso in caso di necessità. Nel momento di dimissione o sospensione del trattamento, vengono concordati con la famiglia degli incontri di follow-up nei mesi a seguire, così modo da tenere monitorato l’evoluzione autonoma verso cui si è indirizzato il bambino.

Il Neuropsicomotricista a chi si rivolge e da quale età?

Questa figura professionale lavora prevalentemente con bambini piccoli che possono presentare difficoltà motorie, comportamentali, comunicative, affettivo-relazionali, cognitive, ritardi dello sviluppo, sindromi genetiche, bisogni educativi e disturbi dell’apprendimento.

La terapia Neuropsicomotoria è infatti indicata a bambini in età evolutiva che presentano:

  • Disturbi pervasivi dello sviluppo (disturbi dello spettro autistico) e della regolazione emotivo-comportamentale
  • Ritardo mentale
  • Disturbi della comunicazione
  • Disturbi di coordinazione motoria (impaccio, maldestrezza, disprassia)
  • Disordini di sviluppo (ritardo, iperattività, disturbi dell’attenzione) e nei disturbi di apprendimento
  • Patologie neuromotorie (paralisi cerebrali infantili o patologie ortopediche dell’età evolutiva) e patologie neuropsichiatriche acute e croniche
  • Sindromi genetiche
  • Bisogni educativi speciali

Gli incontri di terapia sono individuali, o in piccoli gruppi, e sono rivolti a soggetti compresi nella fascia di età che va dalla primissima infanzia fino all’adolescenza, con il massimo dell’efficacia nell’età precoce 0-3 e nell’età pediatrica 4-7.

Il Neuropsicomotricista dove lavora?

Il Neuropsicomotricista può operare sia in contesti pubblici – presso i Poli Territoriali di Neuropsichiatria Infantile delle Aziende Socio Sanitarie Territoriali – sia in contesti privati esercitando un’attività di libera professione – in studi privati, centri per l’età evolutiva, cooperative e centri medici polispecialistici.

Non solo, può collaborare anche con servizi materno-infantili, asili nido, scuole dell’infanzia e scuole primarie attuando interventi educativo-preventivi, laboratori di psicomotricità e collaborazioni a tempo determinato. Inoltre può svolgere l’attività didattica di ricerca e di consulenza professionale.

Insomma è un lavoro che richiede molta pazienza, sensibilità e tanto impegno, ma porta grandi soddisfazioni professionali e personali.

Potete trovarmi presso il Centro Centro La Trottola.
Per maggiori informazioni scrivete una email a centrolatrottola@gmail.com o visitate la nostra pagina Facebook “La Trottola – Centro per l’Età Evolutiva”.

Dottor Marco Bonacina – Terapista della Neuro e Psicomotricità dell’Età Evolutiva, Terapista DIR Floortime, Insegnante Certificato A.I.M.I., IBFF® Official Instructor

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